martedì 28 giugno 2016

Dimmi che credi al destino

di Luca Bianchini - Mondadori

Io voglio teorizzare, meglio, fondare un partito della leggerezza. L'importante che sia una leggerezza elegante e non cialtrona. Con Bianchini segretario.
Un partito è una cosa seria, anche se è della Leggerezza. Perché la leggerezza, oggi, è uno degli strumenti che ci permette di andare avanti.
Ora, questo libro ha embedded la leggerezza, che non significa spensieratezza e una narrativa al di fuori della realtà. Forse l'unica cosa al di fuori della realtà - ma Bianchini come poteva prevedere? - è una libreria italiana a Londra ora che la Brexit si è concretizzata e tutto quello che non sarà british doc da oggi in poi avrà qualche difficoltà a esistere.
Ma la storia è affascinante, per una volta con una protagonista che ha 'una certa età', e non la solita giovane aitante e bella come il sole che si muove con sicurezza nel mondo.
La cosa che più rilassa il lettore è quell'ambiente morbido e rassicurante della via, con il barbiere, i clienti, la panchina con l'anziano signore che fa da consulente affettivo alla donna protagonista con qualche difficoltà di cuore di troppo.
È una bellissima storia di affetti e amicizie, che fa star ben mentre la si legge, che fa storcere il naso quando termina, ma che aiuta il lettore a scegliere il prossimo libro con la speranza di ricascare nelle stesse atmosfere.
Adoro questi libri, Bianchini for president e avanti così.

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