venerdì 1 luglio 2016

La battaglia navale

di Marco Malvaldi - Sellerio

"Mmmm" è il verso che accompagna di solito la smorfia che si fa quando si storce il naso. Ed è proprio il verso che ho fatto più volte durante la lettura di questa ultima fatica di Malvaldi al bar di Pineta, Toscanashire. E che ho fatto soprattutto chiudendo l'ultima pagina.
Intendiamoci, Malvaldi è un signore della narrativa, un autore ironico e anche un po' caustico e le sue pagine sono strade su cui si guida con grande facilità.
Ma questa storia, forse anche con qualche origine nella realtà, sta poco in piedi. O meglio, questo è il mio umile parere, non era sufficiente per costruire intorno un lungo racconto come questo. Ha un po' di sapore ma poca sostanza, non è nutriente.
È la storia di un presunto assassinio, di badanti ucraine, della loro comunità, di una famiglia ricca e potente che cerca, in tutti i modi, di proteggersi di fronte ad alcuni fatti che mettono a repentaglio la sua onorabilità.
Non so come la pensino tutti altri appassionati lettori di Malvaldi come me, ma ho la sensazione che i vecchietti comincino a tirare gli ultimi - narrativamente parlando - appesantendo molto la storia. Come se l'autore fosse costretto a farceli stare dentro, nonostante si renda conto che hanno fatto il loro tempo.
Poi, soprattutto nelle narrazioni seriali, ci sono storie che riescono meglio e altre meno, e quindi tutto si risolverà con il prossimo appuntamento che permetterà, almeno a me, di tornare entusiasta e e appassionato fan di Malvaldi.


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