di Caroline Vermalle - Feltrinelli
Bisogna saper raccontare le storie d'amore. Sennò diventa tutto una melassa appiccicosa.
Caroline Vermalle - è il suo primo libro che leggo - in questa fatica ci riesce, condendo il tutto con una buona dose di surreale fantasia unita alla denuncia contro il dio denaro e il business a tutti i costi.
È una buona storia questa che parla di musica, di talento, di infelicità, di voglia di realizzarsi, di amore che viene da lontano, di lotta contro il più prepotente, di amore verso il cinema (quello vero!), di amicizia oltre la morte, di comparsate di fantasmi alla ricerca di se stessi, di missioni da compiere e di lieto fine, a tutto tondo.
Lo stile dell'autrice è strano, a volte rude, a volte morbido, in una sorta di saliscendi narrativo che tiene attaccato il lettore alle pagine.
Poco da dire, le donne scrivono meglio, sanno conquistare il lettore senza la necessità di vendersi in continuazione, come in genere fanno gli uomini.
Unica, azzardo, critica è il finale, un po' condito via, tolto di mezzo come se fosse un'ingombrante necessità.
Ma forse è solo una mia sensazione.
lunedì 29 agosto 2016
Due biglietti per la felicità
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