di Andrea Camilleri - Sellerio
La storia 'gialla' traballa un po', ma tutto si fa godere.
I migranti arrivano a Vigata a frotte, il commissariato è cooptato un giorno sì e l'altro pure per intervenire di notte a regolare l'afflusso dei disperati alla ricerca di una vita dignitosa.
Montalbano pure, nel suo ruolo, ma soprattutto lo vediamo sconvolto per il coinvolgimento emotivo che richiede.
La storia dell'omicidio in sartoria ha un che di zoppicante, tirata un po' per i capelli, costruitasi su un asse Sicilia-Friuli che in effetti alla fine non sta molto in piedi.
Ma come ripeto sempre più spesso, e non solo per le indagini di Montalbano, la storia criminale e quindi della relativa attività investigativa sono ormai solo un pretesto per raccontarci il nostro oggi, la solitudine dell'uomo in un mondo sempre più cupo e triste e la sconfitta del maschio nella società che lui stesso ha costruito con tenacia in migliaia di anni.
La tristezza poi viene al lettore, nelle pagine conclusive, dove l'autore ci fa sapere che ormai ha perso l'uso della vista e che quindi deve avvalersi dell'aiuto fattivo dei suoi collaboratori per concludere i nuovi lavori. E che ringrazia nelle note finali.
Il tempo che passa è l'unica cosa sul quale la nostra presunzione umana nulla può.
mercoledì 7 settembre 2016
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